Sono una fervida lettrice e spesso mi sono sentita porre questa domanda: “preferisci il libro cartaceo o un e-book?”
Per molti questa è una domanda scontata, così come scontata è la risposta, in realtà, però, non è semplice rispondere e non lo è per un sacco di motivi.
Istintivamente, a tutti verrebbe spontaneo rispondere il libro “tradizionale” perché le sue pagine si possono toccare, perché è possibile sentirne il fruscio, perché è possibile perdersi nell’odore delle sue pagine, perché l’inchiostro nero è più visibile e rimane impresso nella mente.
L’e-book, invece, è qualcosa di sterile, come tutti i prodotti tecnologici riduce il contatto, la sensazione tattile, la magia che si perde tra le pagine di un vero libro.
Proviamo però a pensare alla duttilità dell’e-book, con un lettore elettronico è possibile leggere, in qualsiasi posto, anche un libro di centinaia di pagine, senza avere il peso di portarlo con noi. Da questo punto di vista è più pratico, più versatile, soprattutto per coloro i quali sono sempre in movimento.
Quindi? Qui ci sono solo tesi ed antitesi, ma la soluzione, quale potrebbe essere? La soluzione, come sempre, sta nel mezzo, chi ama leggere lo fa perché ama la lettura, perché riesce a trovare sempre il tempo per concedersi a qualche scritto, sia in treno, sia in autobus, sia la sera prima di dormire e lo fa perché quel momento è uno dei più belli della sua giornata, indipendentemente se quelle parole sono scritte su un dispositivo elettronico o sono stampate sulla carta.
C’è da aggiungere, però, che spesso, sfogliare un vero libro, diventa un vero e proprio bisogno, qualcosa di irrefrenabile, qualcosa in cui perdersi. Anche io ho un e-book reader e lo uso spesso, però, un paio di giorni fa, dopo aver sentito parlare una delle mie scrittrici preferite : Dacia Maraini, sono andata nella mia libreria ed ho preso un suo libro, per leggero, per rileggerlo, per andare a trovare quella parte di me che era rimasta tra quelle pagine, che forse rimarrà per sempre lì, per riscoprire e ricordarmi di me, di chi ero l’ultima volta che avevo aperto quel libro.
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