lunedì 25 luglio 2022

"La Restanza" di Vito Teti

 

Leggere "La restanza" di Vito Teti ha rappresentato, per me, un viaggio nel tempo, un volo durato più di dieci anni, tra le aule di una lezione universitaria di antropologia, quando davanti a me si è aperto letteralmente un mondo di studi e di relazioni culturali, difficile da trovare altrove. 

Pagine simboliche, intrise di un'etnografia che non può avere eguali, che scavano dentro e arrivano ad un punto cruciale, il quale ha rappresentato, per molti di noi, un bivio impossibile da evitare; una scelta alla quale è impossibile sottrarsi, quella di partire o di restare

Diventare un errante o un restante? Difendere un ultimo baluardo o vivere per sempre con la testa  altrove? 

Ho iniziato la lettura di questo libro in un caldo pomeriggio di Maggio, in riva al mare, con il pancione di nove mesi come leggio e l'ho finita tra una poppata e un'altra di mia figlia. Michela, la mia bambina, incarna il senso ultimo di queste righe, che rappresentano un desiderio, un grido di riscatto, la speranza più vera e più autentica della nostra terra

Si deve ricominciare, si può ricominciare in mille modi, si può scegliere di andare avanti tra mille sentieri di bosco o in riva al mare, ma ciò che è davvero fondamentale è la scelta di restare. Crescere in un luogo che non vuole essere solo idealizzato, ma reale in grado di divenire il modello di una società in mutamento, simbolo di comunità che hanno tanto da dare, prima a sé stesse e poi agli altri. 

"La restanza" di Vito Teti è un libro in cui radici, assonanze, visioni, invocazioni metafisiche e analisi antropologiche si fondono e si mescolano dando vita a ciò che definirei un vero e proprio inno al Sud, ai nostri paesi, alle nostre peculiarità, a ciò che rimane nonostante i chilometri, nonostante le idee, nonostante gli addii. 

Un monito per chi decide di fare della restanza la propria ragione di vita, per chi crede che ognuno di noi sia una pietra miliare nel cammino del mondo. 

Ciò che lasceremo non saranno solo orme, bensì segni tangibili di un passato e di un presente che costruiranno il nostro divenire e che inevitabilmente rappresenteranno le mura di quei luoghi fisici e metafisici che necessitano di sperare e che, soprattutto, necessitano di vivere

Una linfa, quella del prof. Vito Teti, che non si esaurisce, che continua a dare ai suoi lettori quella spinta, quell'emozione per cui vale la pena combattere. Una lotta contro stereotipi ancestrali, che offre lo spunto per una riflessione, sul perché delle nostre scelte, sulle alternative possibili, sui mutamenti inevitabili, su ciò che ci contraddistingue sempre, su quei valori senza i quali non saremo gli stessi, su quelle mura che meriterebbero di sentire più spesso le voci di chi nasce, dando inizio a una nuova storia, tutta da scrivere "nel cuore del mondo".