venerdì 8 luglio 2016

Essere arbereshe ai tempi dei social

Questo mio articolo nasce come conseguenza spontanea del precedente “essere arbereshe oggi”, perché ció che mi ha colpito é stato il successo di questo pezzo! Voi non potete immaginare la gioia che ho provato, scoprendo che quasi 2000 arbereshe, sparsi per il mondo, abbiano letto le mie parole! Grazie a quel pezzo ho conosciuto nuove persone e stretto nuovi legami di amicizia, grazie ad un filo comune tra me e queste persone, quel filo che per troppo tempo ho sentito nominare come “gjaku jone i shprishur”!
Ho sentito pronunciare questa frase decine di volte, non soffermandomi quasi mai sul suo reale significato, oggi, però, mi accorgo che quel sangue, il nostro sangue, quello che scorre nelle nostre vene
, é davvero sparso per il mondo, ma ha il grande potere di sapersi riunire, ogni volta che qualcuno di noi, parla delle sue tradizioni, della sua lingua, della sua essenza!
Ho ricevuto un messaggio, nel quale venivo appellata “Motra jime” “sorella mia”, chi, oggi, chiama un’altra persona sorella? Solo chi sa, che quel legame, quell’essere arbereshe, riesce ad accomunare persone separate da migliaia di chilometri!
Grazie ai social network ho scoperto un mondo nuovo, fatto da noi, arbereshe, un mondo che non vuole scomparire, anzi, vuole continuare ad affermarsi più forte di prima, mantenendo il passo coi tempi, creando una forma di associazionismo virtuale, che riesce a unite terre lontane, che riesce a superare lo spazio ed il tempo, per trasfigurarci in un presente, nel quale dobbiamo essere protagonisti!
É vero, il nostro sangue é sparso per il mondo, ma quel sangue, questi legami, non si perderanno mai!
Grazie a tutti voi! Rrini gjithe mire!

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