venerdì 8 luglio 2016

La Storia di Santa Veneranda

Santa Veneranda detta anche Santa Venera o Santa Parasceve, è una martire cristiana nata ad Acireale intorno all’anno  100 e morta all’età di 43 anni. Il nome Veneranda deriva dal latino “venero” e significa “degna di venerazione”.
La memoria liturgica di Santa Veneranda ricorre il 26 luglio, ma a Carfizzi si festeggia, generalmente, la prima domenica del mese di agosto.
La tradizione vuole che questa Santa fosse la figlia di Agatone ed Ippolita, due nobili devoti, che la dettero alla luce dopo anni ed anni di intensa preghiera. La madre la volle chiamare Venera, ma il padre, per paura che si potesse confondere con il nome della dea pagana Venere, decise di darle il nome di Veneranda. Da molti conosciuta anche come Santa Parasceve perché nacque il giorno prima del sabato di Pasqua. I genitori morirono quando la fanciulla aveva poco più che 20 e lei, educata dalla madre, fin da piccola, verso un amore profondo nei confronti del Vangelo, decise di dedicare la sua vita alla predicazione e alla conversione dei pagani, prima in Sicilia, poi in Calabria e in Campania, vendendo tutti i suoi beni e consacrandosi solo a Dio.
La sua predicazione conobbe molti nemici, a Locri venne arrestata dal prefetto Antonino Pio, che voleva convertirla alla religione pagana, sottoponendola ad innumerevoli torture. Le venne posto sul capo un elmo di metallo, precedentemente riscaldato, ma miracolosamente, quando l’elmo fu tolto la sua testa non ebbe il minimo graffio o la minima ferita, non ebbe alcun segno, per tale ragione, quando i pagani videro tutto ciò, decisero di convertirsi alla religione cristiana e molti di essi vennero arrestati. Santa Veneranda venne nuovamente condotta in prigione, dove fu consolata da un angelo. Il giorno seguente venne appesa per i capelli e sul suo corpo vennero poste fiaccole ardenti, ma nessun segno apparve su di esso. Venne poi posta in una caldaia immersa di olio bollente e pece, ma ne uscì del tutto indenne. Vedendo tutte queste cose, fu lo stesso Antonino che si converti al cristianesimo.
Santa Veneranda continuò la sua opera predicatrice recandosi in un paese governato da un certo Asclepio che la condusse in una grotta abitata da un drago. La Santa si limitò ad imporre il segno della Croce sulla testa del drago e la bestia si squarciò in due. Vedendo ciò anche Asclepio si convertì.
Santa Veneranda arrivò poi in un paese governato da Taresio, anche qui venne immersa in una caldaia con piombo, pece e olio bollente, senza danno alcuno per il suo corpo. Venne poi inchiodata a terra e flagellata, poi venne condotta in prigione dove le apparvero Cristo e alcuni angeli e Santi.
La sua morte è avvolta nel mistero, si narra, infatti, che sarebbe morta in Gallia decapitata e il suo corpo traslato prima ad Ascoli Piceno e poi a Roma durante il IV secolo, un 14 novembre.
Un’altra versione, invece, racconta che Santa Veneranda morì il 26 luglio 143 d.C.  decapitata, nel luogo stesso nel quale era nata. Prima di morire la Santa chiese ed ottenne da Dio la promessa che chiunque si fosse rivolto a lei, in preghiera, sarebbe stato liberato dalle angosce che lo affliggevano.
Viene raffigurata con in mano la palma tricoronata, il libro del Vangelo e il Crocifisso. La statua presente a Carfizzi è antichissima ed interamente realizzata in legno. La tradizione narra che la statua non fosse diretta a Carfizzi, ma durante il passaggio in questo paese il carro con i buoi, che la trainava si fermò e i buoi non ne vollero più sapere di ripartire, segno divino che il posto dedicato a lei era proprio qui. Nel luogo dove i buoi si fermarono oggi sorge un’icona dedicata alla Santa, divenuta Patrona di Carfizzi.

1 commento:

  1. Da noi a Mortara e' venerata nella chiesa di s Carlo Borromeo einiziamo la novena il 5 Novembre e la festeggiamo il 14 Novembre bella la sua storia

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