venerdì 18 agosto 2017

IL PREMIO OFELIA GIUDICISSI

"Ofelia Giudicissi" avevo già sentito il suo nome qualche anno prima, ma un po' per pigrizia e un po' per non curanza non mi sono mai soffermata a fare qualche ricerca, su chi fosse esattamente o sui cosa avesse scritto
.
Due anni fa, ho riscoperto questo nominativo, l'ho riscoperto quando ho vinto il Premio Letterario Ofelia Giudicissi, edizione 2015, l'ho riscoperto perchè le sue poesie ti riempiono l'anima. 
Ofelia era una donna di cultura, prima di essere una poetessa. Nei suo versi traspare l'amore, l'amore per il Meridione, per la sua terra, per il suo paese, per Pallagorio. Un amore accompagnato da una velata nostalgia, per qualcosa che vorresti rimanesse per sempre con te, per uno stato d'animo che vorresti ti restasse dentro per il resto della tua vita. 
Non c'è modo migliore, per ricordare Ofelia e tenere vivo il suo ricordo, che istituire, appunto, un premio letterario a lei intitolato. 

Il Premio Letterario Ofelia Giudicissi rappresenta, ogni anno, il fulcro delle manifestazioni culturali all'interno del Festival Lule Lule Mace Mace. Un momento di riflessione, un momento di arricchimento, all'interno del quale ognuno riesce a portare con sé qualche frammento di poesia. 
Da quando ho vinto il premio ne sono ospite fisse ed è piacevole constatare come i libri creino unione, come le parole di fede si possano diffondere allo stesso modo di quelle relative alla filologia. 

Durante le edizioni del Premio mi è capitato di assistere a canti arbereshe che tolgono il respiro, a poesie che mozzano il fiato, ad occhi lucidi di ex alunni, giunti lì per ringraziare e rivedere un professore, che ha saputo essere un maestro di vita. 
Indipendentemente da ciò che si desidera fare, indipendentemente da dove si voglia vivere, ci sarà sempre un eco che chiamerà. un legame forte, un nodo fatto di parole antiche e moderne che si mescolano insieme, come i volti di tanti appassionati, come le risate dei bambini, come le parole lette tra gli archi antichi di un paese, che vuole fare delle cultura la sua forza e la sua differenza. 
Ci sono legami che restano, perchè un professore continuerà sempre a guardare i propri alunni con una luce diversa negli occhi, perchè gli occhi di Ofelia continuano a vivere in quelli di suo figlio, che ha saputo rendere il nome di sua madre indimenticabile. 
Noi tutti abbiamo un compito, quello di preservare, preservare ciò che ci appartiene, per poterlo donare a chi verrà, per poterlo rendere immortale, perchè senza cultura non c'è vita. 

giovedì 17 agosto 2017

I 25 ANNI DELL'US PALLAGORIO

La squadra calcistica di Pallagorio compie 25 anni, 25 anni di storia, 25 anni di vittorie, 25 anni di traguardi. 
Si può percorrere questo quarto di secolo ammirando la mostra allestita presso la scuola elementare del centro albanofono. 
E' stato curioso, per me, ammirare le varie foto esposte, cercando di individuare visi familiari, persone conosciute, giovani atleti, che oggi ritrovo adulti. 
E' stato interessante visionare i trofei, non per le vittorie che rappresentano, bensì per l'impegno volutoci a conquistarli. 
Lo sport unisce, e questa è un'affermazione consolidata, sulla quale siamo tutti d'accordo, ma se lo sport è praticato in un paese dove vivono meno di 2000 persone, unisce ancora di più. 
L'US Pallagorio è una realtà sportiva, ma nello stesso tempo è un fulcro di integrazione e aggregazione sociale. E' entusiasmante vedere i bambini, che da quest'anno, grazie all'istituzione della scuola calcio, possono seguire le orme dei propri genitori o dilettarsi a praticare quest'attività semplicemente con passione. 
E' bello vedere i volti sorridenti di chi, all'interno di questa squadra è cresciuto, di chi si riconosce in ogni singolo gol segnato col cuore nelle scarpe. 
E' importante comprendere che in 25 anni possono cambiare tante cose, ma le passioni quelle no, non cambiano mai. 
Un calcio ad un pallone lo possono dare in tanti, ma saper stare sempre uniti, quella, è roba per pochi.
Buon 25esimo compleanno a chi ha creduto in questa sfida, a chi continua a crederci, a chi non si perde neanche una partita, perchè i tifosi solo la linfa vitale dei giocatori, perchè una squadra di calcio può realmente far credere in un sogno.  

mercoledì 16 agosto 2017

RIPARTIAMO DAL GRANO

Un giorno ho letto una frase, che mi ha colpito profondamente : "Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di chi sa fare il pane e riconosce il vento". 
Queste parole mi sono venute in mente quando ho saputo dell'evento organizzato dall'Accademia delle Tradizioni Enogastronomiche della Calabria, a Pallagorio. Nel corso dell'evento si è parlato della lavorazione del pane, attraverso l'esecuzione di gesti, oramai dimenticati. 
Personalmente, sono cresciuta con i racconti di mia nonna, su come il forno si trasformasse in un luogo di festa, ogni volta che si infornava il pane.
Io non lo so impastare e disconosco questa manualità, che ho visto riprodurre dai bambini, durante questa serata a tema. 
Forse dobbiamo davvero ripartire da qui, forse dobbiamo davvero ripartire dai gesti autentici, dalle piccole cose, dai chicchi di grano, che hanno il colore dell'oro. 
E' una sfida, quella lanciata da Pallagorio, una sfida che porta alla valorizzazione del grano Senator Cappelli, un grano che secondo il sindaco Umberto Lorecchio può creare impresa, un grano che secondo Valerio Caparelli può creare occupazione, un grano che per Caterina Spina, che ha fortemente voluto l'evento, può creare identità.
Bisogna ripartire dalle cose semplici, da ciò che la natura ci offre, per diventare grandi; bisogna ripartire dalle sfumature che connotano e denotano un'identità territoriale, ma anche culturale ed occupazionale. 
Un rilancio di ciò che possiamo fare, di ciò che siamo in grado di fare, di una tradizione antica, come quella del pane, inebriante come il suo profumo e autentica come il suo sapore.