Ci sono donne che segnano, donne che parlano, anche a distanza di anni, donne che si lasciano leggere, il cui eco vola lontano, al di la del tempo, per perdersi in un infinito che ha il sapore più autentico della Calabria.
Non ho mai condiviso la festa della donna come "festa danzante", ma ho sempre creduto nella sua importanza.
Oggi, 8 Marzo 2021, per celebrare questo giorno, ho deciso di parlare di una donna, una poetessa che a 40 anni di distanza dalla sua dipartita, continua a far parlare di se.
Ofelia Giudicissi nacque a Pallagorio l'11 maggio 1934 e morì il 13 settembre 1981.
Ofelia, che sin dalla nascita portò addosso un nome così importante, per volere del padre, amante della mitologia, si dedicò all'arte in tutte le sue sfaccettature.
Nei suoi scritti emerge un amore viscerale per la sua terra di origine, un legame che, come spesso accade, spinge e respinge.
Ofelia fu, essenzialmente, una rivoluzionaria; una donna che ha saputo andare anche controcorrente.
Una donna come poche, che emerge dai racconti del figlio Pietro, come una persona gioiosa, che é riuscita a lasciare un'impronta di giustizia per i suoi figli.
Per Ofelia, che sapeva sempre come ritagliarsi i suoi spazi, tra gli impegni quotidiani, non esistevano disparità sociali. Lei stessa fu fautrice, nel corso della sua vita, di quegli ideali di uguaglianza che dovrebbero caratterizzare ogni società.
Ofelia Giudicissi una poetessa, archeologa e scrittrice che merita di essere ricordata sempre, non solo oggi.
Poesie che narrano versi antichi e che ritroveremo in un'opera omnia in pubblicazione, insieme a numerose iniziative che ckntribuiranno ad esaltarr la figura di una donna essenzialmente "capo branco".