Un autore commosso, come capita spesso di vederlo tra i luoghi che ispirano le sue narrazioni, cosi si presentava Carmine Abate il 29 ottobre alla presentazione della sua ultima fatica letteraria "Il banchetto di nozze e altri sapori" a Carfizzi. Un libro evocativo, un libro che riesce a riportare indietro nel tempo, giocando con parole e profumi di una tradizione culinaria antica. In questo piccolo romanzo appaiono, sospesi nel tempo, i sapori di un tempo che,apparentemente sembra lontano, ma che in realtà, per chi questi luoghi li vive, é un tempo eternamente presente. Un romanzo che dai temi riprende i primi libri dello scrittore carfizzoto, con quel richiamo ai luoghi della sua infanzia, che continuano ad essere vivi. Il mare, Punta Alice, quella punta spartiacque , che si vede anche dai boschi e dalla piazza di Carfizzi. Il mare, quello stesso mare che accorse gli esuli albanesi, di cui noi siamo i discendenti; episodio che in questo romanzo viene omaggiato con un bacio sulla sabbia. Il tema onniscente é quello della partenza, vissuta dapprima attraverso gli occhi di un padre, costretto a lasciare la propria terra e la propria famiglia, con una promessa "il prossimo anno papà torna per sempre". Promessa difficile da mantenere e altrettanto difficile da credere. Partenza che assumerà un volto nuovo, quando toccherà partire ad un giovane laureato, alla ricerca di un futuro migliore, proprio come avevano fatto i suoi antenati prima di lui. Un legame, con la terra e i suoi prodotti, che culmina con i peperoni piccanti e con la consapevolezza che non bisogna mai dare nulla per scontato. Un libro ricco di termini veri, che ricorrono e si rincorrono, come "bir" che nella lingua arbëreshë significa "figlio". Figli di questa terra, figli di questo tempo, figli di una madre e un padre che ci seguiranno ovunque e che porteremo sempre nel cuore.